Che cos’è l’omakase?
Quando ci troviamo in un sushi bar o in un ristorante giapponese ci ritroviamo nella difficile scelta del momento dell’ordinazione. Soprattutto se siamo alle prime volte e non abbiamo idea di cosa vogliano dire tutti quei strani nomi scritti sul menù. Vorremmo provare tutto o sappiamo già che ci piace tutto e allora cosa ordiniamo? Vogliamo sperimentare ma anche gustare il nostro sushi preferito. Il sushi non è tutto uguale. Potremmo pensare di sì: riso, pesce crudo e alga. Ma non è assolutamente così. Gli chef più bravi ed esperti possono sperimentare, trovare ogni giorno combinazioni nuove e incredibili. E allora eccoci di nuovo a domandarci: “Che cosa ordiamo?”. Semplice un omakase.
La parola omakase
Iniziamo dal significato letterale della parola omakase, che di per sé è già bellissimo e dai sapori orientali. Letteralmente omakase significa “mi fido di te”. Romantico. Vuol dire che ci fidiamo dello chef, che crediamo in lui e nelle sue incredibili capacità culinarie. Lasciamo a lui la scelta del nostro piatto.
Deleghiamo questo arduo compito di scegliere tra i tantissimi piatti elencati nel menù e allo stesso tempo decidiamo di degustare tutto e anche di più. Già, perché l’omakase è proprio un piatto di degustazione dove potremo trovare una varietà di sapori che variano tra tutti quelli del menù, alla fantasia più sfrenata della scelta.
Mi fido di te. Scegli pure il mio piatto perché so che qualsiasi cosa sceglierai per me sarà deliziosa. Non è inusuale sentire la parola omakase in un sushi bar o in qualsiasi ristorante giapponese. “Un omakase chef. Scegli pure per me”.
Eppure, nonostante il termine omakase sia diffusa nei ristoranti del Sol Levante, non lo è tanto quanto in quelli giapponesi che si trovano oltre i confini. È incredibile, infatti, ma sembra che la scelta del piatto “omakase” sia più diffusa in America che in Giappone. Probabilmente perché in Giappone non hanno difficoltà a leggere e capire i piatti scritti sul menù e hanno le idee molto più chiare. O perché in occidente non si mangia ogni giorno giapponese e quando lo si fa si vuole provare tutto, ma proprio tutto.
Fatto sta che omakase rimane una parola incredibilmente poetica, oltre che funzionale all’interno di un ristorante giapponese.
Come mangiare un omakase
In un omakase troveremo ora un tripudio di sapori tutti diversi l’uno dall’altro. Come facciamo a sapere come mangiare questo incredibile piatto? In realtà anche per l’omakase esiste un ordine ben preciso. Tutto è preciso e ordinato quando si parla di Giappone.
Sarà lo chef stesso a decidere per noi il percorso culinario da seguire, il quale si divide solitamente in tre parti.
Nella prima parte iniziamo il nostro percorso culinario partendo, ovviamente, dai gusti più delicati per andare via via ad aumentare d’intensità e di sapore. Esattamente come faremo noi nella nostra cucina tradizionale, evitando di uccidere i sapori più delicati che, se lasciati alla fine, diverrebbero praticamente insapore.
Si parte, quindi, con sushi dai gusti più delicati, preparati con pesci quali platessa, seppia, sgombro, ma anche sushi e sashimi di tonno rosso, calamari, vongole, ecc.
Passiamo poi attraverso sapori più intensi, pesci grassi e pesanti, come salmone, anguilla, aringa, polipo.
Infine, si possono trovare degustazioni di altro tipo, oltre al sushi al sashimi. Piatti tipici della cucina giapponese serviti nel ristorante dove ci troviamo, come la cottura in tempura.
In Giappone e in Italia
Tutte le cucine tradizionali di un paese si adattano bene o male al paese in cui si trovano ospiti. Solitamente, quindi, quando ordiniamo un omakase in Italia non siamo totalmente all’oscuro di quel che ci arriverà. L’omakase segue le tradizioni della cultura giapponese, ma spesso nel menù troviamo già riportati i piatti che faranno parte della degustazione.
Questo non ci vieta, comunque, di voler provare davvero il brivido dell’ignoto e dell’omakase. In Giappone quando si chiede allo chef di fare di propria iniziativa non si sa mai cosa potremo trovare nel piatto, ma anche in Italia ci sono molti ristoranti che si riservano di non scrivere da nessuna parte le pietanze che faranno parte della degustazione.
Godetevi la vostra degustazione e “mi fido di te chef”!