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Onigiri

Onigiri, la merenda giapponese più famosa del mondo

In ogni anime o manga che si rispetti c’è qualcuno che si abbuffa di onigiri, che li assapora durante l’intervallo scolastico o che li offre al parco. Sono senza dubbio la merenda giapponese per eccellenza, emblema della cucina asiatica e la più famosa in assoluto all’estero.

Che cos’è l’onigiri

L’onigiri, anche chiamato omusubi, è un tipico spuntino giapponese. Una polpettina di riso bianco, che solitamente assume una forma triangolare, da mangiare ovunque, anche in piedi e con le mani. Essa è, infatti, tradizionalmente destinata al consumo in strada, una merenda veloce e fugace, o a un picnic nel parco.

Onigiri

Onigiri

Il nostro simpatico triangolino bianco è accompagnato da una strisciolina di alga nori, la cui funzione è proprio quella di rendere facile la presa su di esso, anche mentre si è in giro.

La classica polpettina di riso si può presentare in una moltitudine di versioni, con un cuore di salmone o tonno, ad esempio. O con una varietà di condimenti che vanno dall’umeboshi al sesamo. Esistono così tanti tipi di onigiri e la sua diffusione è tale che esistono locali specializzati esclusivamente nella realizzazione e distribuzione degli onigiri, sono gli onigiri-ya.

L’origine degli onigiri

È estremamente complicato determinare la data di nascita degli onigiri, tanto meno capire chi ne fu il creatore. Ci sono, però, testimonianze che collocano questa speciale merenda giapponese in varie epoche.

Onigiri

L’origine degli onigiri

La prima testimonianza di essi è il Murasaki Shikibu Nikki, il diario di Murasaki Shikibu, risalente al XI secolo. Nel suo diario Shikibu scrive di queste particolari palle di riso, allora chiamate tojiki. Esse, infatti, all’epoca non avevano la classica forma triangolare odierna, ma somigliavano in tutto e per tutto a delle polpette di riso, dalla tipica forma sferica. Shikibu racconta che la merenda veniva spesso consumata in occasione di picnic ed è la testimonianza che già intorno all’anno 1000 essa esisteva.

Dobbiamo fare un salto in avanti di diversi secoli per trovare una seconda testimonianza. Alcuni testi del XVII secolo, infatti, raccontano di come i samurai conservassero delle polpette di riso in foglie di bambù, per poter usufruire di uno spuntino durante la guerra.

Anche se queste sono le due testimonianze chiave si ritiene che gli onigiri risalgono a molto prima del tempo di Shikibu.

Esse, infatti, risalirebbero, addirittura, al periodo Nara, prima che si diffondesse l’utilizzo delle bacchette il riso veniva consumato sotto forma di polpette.

Le varianti della polpetta giapponese

Come dicevamo, la classica merenda giapponese viene servita in moltissime varianti, in realtà possiamo sbizzarrirci come meglio crediamo nella sua preparazione.

Varianti

Realizzare gli onigiri nel modo che preferiamo

Anche se la forma tipica è quella triangolare, possiamo trovare onigiri dalla forma cilindrica, rotonda o più variegata ancora. Infatti, esistono stampini per gli onigiri per realizzare dolcissime polpette dalla forma di panda, orsi o di qualsiasi cosa la nostra fantasia richiede. Ovviamente, per i più creativi non servono gli stampini.

Oltre alla forma essa può variare anche negli ingredienti. La più comune è del semplice riso bianco, tradizionalmente è shinmai, insaporita semplicemente con il sale. Ci sono numerose varianti dove l’onigiri viene cosparso esternamente con alcuni condimenti. Questi possono essere sesamo, furikake, gomasho e numerosi tipi di spezie e semi. Infine, alcune varianti prevedono anche un ripieno.

In tutto questo l’unica vera costante è l’alga nori, tradizionalmente posizionata solamente su un lato per facilitarne la presa, ma che in alcune varianti gli onigiri possono essere completamente avvolti da essa.

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